La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 18967/2022, ha confermato che l’accordo tra avvocato e cliente ha valore prevalente rispetto agli importi previsti dalle tabelle ministeriali, anche nel caso in cui l’importo pattuito sia maggiore dell’importo tabellare massimo, obbligando il Giudice ad attenersi agli importi pattizi.
Infatti, l’elencazione, contenuta nel primo comma dell’art. 2233 c.c., dei criteri per la determinazione convenzionale del compenso ha carattere gerarchico (Cass. n. 9514/1996; n. 29212/2019). Il criterio preferenziale individuato dal legislatore ai fini della determinazione del compenso del professionista è l’accordo delle parti. Il ricorso agli altri criteri di carattere sussidiario è precluso al giudice quando esista uno specifico accordo fra le parti, le cui pattuizioni risultano preminenti su ogni altro criterio (Cass. n. 29837/2011; n. 4081/2014).
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